

Quando entriamo in contatto con la nostra psiche tenendo le orecchie ben aperte, interessati a capire cosa sta cercando di raccontarci, stiamo facendo anima.
Quando lasciamo emergere le immagini che abbiamo dentro, accorgendoci che esiste un significato che va oltre la loro dimensione letterale, stiamo facendo anima.
Quando guardiamo oltre e cerchiamo di avere orecchie allenate e occhi curiosi, evitando di liquidare i sogni spaventosi con la cena pesante della sera prima oppure l’ansia come un fastidio venuto dal nulla da estirpare il prima possibile, stiamo facendo anima.
Il nostro Sè ha moltissimi modi per comunicare con noi: ogni linguaggio che permette al cuore delle persone di raccontarsi, può diventare uno strumento prezioso di approfondimento.
C’è chi disegna, chi fotografa, chi trova nella musica o nei libri parti di quello che ha dentro. Alcuni raccontano molti sogni, per altri sono i sintomi a fare da messaggeri. Il nostro mondo interno parla spesso in modi che la parola non riesce ad afferrare. Fare anima vuol dire chiedersi qual è il messaggio che ci sta inviando, vuol dire fare spazio a questi linguaggi nella nostra vita.
Mettersi in ascolto dell’inconscio non è facile, perché occorre superare il pregiudizio che quello che non riusciamo a capire, non ha senso.
Per l’Io è dura ammettere che forse, semplicemente, non ha i giusti strumenti di lettura o che magari il senso delle cose che ci capitano o che sentiamo non è del tutto intellegibile.
Spesso lo diventa a posteriori, spesso lo diventa insieme a qualcuno che riflette con noi.
Fare anima significa allora imparare a dare valore al mondo interiore di ciascuno, che poi, se siamo noi i primi a non darci retta, è difficile pensare che possano farlo gli altri.
Allora, il punto non è scavare all’infinito nel passato per trovare chissà cosa (anche se il passato di sicuro influenza in nostri modelli relazionali), ma è capire dove stiamo andando oggi, per costruire dove saremo domani. Del resto lavorare sul presente tiene anche dentro il passato, perché senza accorgercene tendiamo a riprodurlo.
L’inconscio non è solo un magazzino in cui finiscono le cose sgradite, può essere una fonte inesauribile di ispirazione e creatività e al contempo richiamarci a verità scomode. Riuscire a metterci in dialogo con questa parte di noi piuttosto che evitarla, può aiutarci a stare in modo più autentico davanti alla complessità della vita, ricordandoci che lo scopo non è eliminare i conflitti che possono nascerci nel cuore, ma trovare il punto in cui si può reggere la tensione e allo stesso tempo vedere l’orizzonte.
Ci sono tanti modi diversi per fare terapia: io ho scelto di aprire questo piccolo spazio virtuale per raccontare il mio.
“La terapia è diversa per ogni caso” scriveva Jung e questa idea mi è sempre piaciuta moltissimo perché ci aiuta a scrollarci di dosso le rigidità e a trovare insieme la strada migliore, costruendo, entro i limiti che tutti abbiamo, una vita che assomigli a quella che desideriamo.

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